La pandemia ha colpito duramente gli eventi in tutto il pianeta. Per il mondo della moda, questo ha significato ripensare e virtualizzare alcuni dei suoi appuntamenti più iconici. Ma quello che verrà dopo non è ancora chiaro. Che ne sarà dello scenography design?
I fashion show virtuali hanno bisogno di scenography design
Lo scenography design è ancora vivo in questa epoca virtuale?
La moda, si sa, non vive di soli vestiti. Si regge soprattutto sul fascino, che nasce dai vestiti e da tutto ciò che li circonda. Gli eventi di moda sono spesso simili a rappresentazioni teatrali o a installazioni artistiche.
Questo può spiegare perché il lockdown sia stato così limitante per la creatività degli stilisti. C’è una cosa che non possiamo trascurare, neanche in un mondo virtuale: la scenografia.
I fashion show e il ruolo dello scenography design
Se avete partecipato a un evento di moda di alto livello, saprete che lo scenography design può “aumentare” la presenza della collezione e trasportarci nel mondo che ha in mente lo stilista.
Nel caso degli show più ambiziosi spesso il direttore creativo lavora fianco a fianco con lo scenografo per creare passerelle immersive che rendono l’esperienza memorabile.
Vi basti pensare allo show organizzato da Chanel negli Studi Cinecittà di Roma per il lancio della Collezione Kolossal. Il direttore creativo Karl Lagerfeld voleva qualcosa di sorprendente, così il team di scenografia ha ricreato una strada di Parigi completa di negozi, marciapiedi, lampioni.
Tutto è stato poi dipinto in sfumature di grigio, così da permettere agli abiti di risaltare. Questo sforzo creativo titanico ha trasportato il pubblico in un altro mondo, lasciando che la storia e lo spirito di Chanel pervadessero l’evento.
I fashion show non funzionano senza scenography design
Con la diffusione della pandemia, un evento dopo l’altro sono stati cancellati, incluse tutte le Settimane della Moda. Le maisons non hanno avuto molto tempo per adattarsi, quindi la reazione è stata multiforme. Così come il mondo del business si convertiva a webinar e videochiamate, la moda è passata alle performance in livestream. Alcune più elaborate di altre, come questa di Hermés.
Abbiamo visto anche molti panel, interviste, video di backstage. Ad essere onesti, molte più parole di quelle a cui siamo abituati nella moda. Alcuni eventi belli, altri meno, di certo non immersivi. Si sente l’assenza dello scenography design.
Gucci, tra tutti, ha cercato di uscire dalle convenzioni e sperimentare, con un live di 12 ore che richiamava più un’installazione artistica che un défilé.
Eppure, in mezzo a tutti questi esperimenti creativi, non si poteva non sentire la mancanza della grandiosità dei fashion show. Molti stimoli, ma non altrettante emozioni. Ci sono altri modi di coinvolgere le persone? Lo scenography design può aiutarci?
The true virtual events are happening elsewhere
Mentre la moda si rivolgeva a livestreaming e webcam, gli eventi musicali facevano parlare di sé altrove. Per essere più precisi, il momento spartiacque è stato il concerto di Travis Scott in Fortnite. Pur durando circa 10 minuti, l’evento è stato potente e immersivo, con milioni di persone che non si sono limitate a sedersi e guardare, ma che hanno abitato lo spazio del concerto.
È un trend in crescita: eventi simili si tengono in altri mondi virtuali come Minecraft o Roblox (anche se probabilmente non ospiteranno mai una sfilata).
Lo scenography design aveva un ruolo di primo piano nel concerto di Travis Scott. Rigorosa ma al tempo stesso libera dei limiti della fisica, ha costruito ambientazioni straordinarie, pensate per essere esplorate e per interagire. Un Travis Scott gigantesco torreggiava sopra i giocatori di Fortnite ed era sempre visibile, mentre l’isola circostante cambiava luce e atmosfera in base alla traccia che veniva suonata.
Questo tipo di evento sembra molto promettente anche per la moda, perché permetterebbe ai direttori creativi di lasciar spaziare l’immaginazione, dando al tempo stesso ai partecipanti un certo livello di libertà. Se questo poi incontrasse il VR, l’esperienza sarebbe rivoluzionaria.
Gli eventi virtuali immersivi potrebbero beneficiare delle abilità degli scenografi del mondo fisico, che sanno in che modo una persona si relaziona al mondo circostante e quali emozioni possono essere stimolate da un certo tipo di ambiente.
Questo potrebbe essere il futuro: la moda dovrebbe cogliere l’opportunità e aprire la strada.
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